110 candeline per l’Azione Cattolica diocesana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti

L’Azione Cattolica diocesana ha festeggiato 110 anni dall’istituzione della prima associazione a Cerreto Sannita nel 1914 (quando le due Diocesi erano ancora separate), immersa tra gli stand promozionali ricchi di foto e di ricordi delle associazioni parrocchiali nel verde del Parco delle Terme di Telese. Tantissime le persone presenti, oltre 250, tra un tuffo nel passato con i responsabili di ieri e un balzo nel futuro-presente con i responsabili di oggi. E, in questo fare memoria di tanta vita passata e di tanto bene donato e ricevuto, attraverso volti, relazioni, esperienze condivise e storie di servizio e di responsabilità, e dopo un breve momento di preghiera guidato dall’attuale vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro, mons. Mario Paciello, vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti dal 1991 al 1997, ha espresso sentimenti di gioia, amore e riconoscenza verso l’AC: “Posso senza dubbio dire ad alta voce che, nei miei anni di episcopato, 33 anni fa, trovai un’AC che fu il bastone che Gesù ci ha ordinato di prendere, quando ci ha mandato in missione. E’ stata veramente il mio bastone di viaggio, con i presidenti Antonio Riccardi e Renza Stabile e con il caro don Franco Piazza come assistente unitario, nei 6 anni a servizio della mia comunità diocesana. Ma i 110 anni non sono e non devono essere una semplice rievocazione di un evento passato, non sono e non devono rimanere un nostalgico o un compiaciuto ricordo delle cose fatte, dei passi mossi lungo il cammino. Celebrare questi 110 anni è come contemplare un frutto meraviglioso, esotico, maturato nel tempo. Oggi dobbiamo chiederci come usarlo al meglio, che utilizzo e valorizzazione dobbiamo dargli a questa nostra AC diocesana. Festeggiare i 110 anni sono una preziosa occasione che c’è arrivata per meglio riflettere sul prendere più chiaramente coscienza di chi siamo e di chi dobbiamo essere, sul prendere più chiaramente coscienza che il cammino e la vocazione all’AC è più attuale che mai perché spirito, carisma e missione dell’AC sono lo stesso spirito, lo stesso carisma e la stessa missione della Chiesa.

L’AC è un laboratorio dove s’impara a vivere la comunione e la sinodalità, dove s’impara a vivere l’unità. Facciamo quest’esperienza per poter essere missione, l’altra faccia concreta dell’Azione Cattolica. L’AC è un osservatorio dove poter leggere la realtà, provandoci a interrogarci su che cosa ha bisogno il mondo in cui viviamo e le persone che lo abitano e quali sono le nostre risorse. E, in base alle nostre risorse, quelle che il Signore ci ha donato, chiederci che cosa possiamo fare. L’Azione Cattolica è fatta per uscire, punto di arrivo della missione del conoscere e far conoscere Cristo”.

Tanti gli auguri ricevuti dall’AC: dal presidente diocesano più anziano, anzi più Adultissimo, Antonio Riccardi, allo storico assistente unitario don Franco Piazza, attuale vescovo di Viterbo, dall’arcivescovo di Napoli (già vescovo diocesano fino al 2020) mons. Domenico Battaglia al confermato presidente nazionale di Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano. E proprio Notarstefano, nel fare gli auguri, ha sottolineato come questa straordinaria opportunità di fare memoria di più di un secolo di storia associativa, data da questo momento di festa, possa essere un’occasione per rinnovare le scelte compiute, ricordando l’entusiasmo delle radici e traendo da esse lo stimolo per acquistare nuovo vigore e impulso. “Stiamo attraversando un cambiamento d’epoca – scrive Giuseppe Notarstefano – ma l’AC ha dimostrato di saper affrontare le difficoltà, cercando con coraggio nuovi percorsi che hanno dato dei frutti”.

In questo spegnere le 110 candeline di vita nel 2024, molta emozione, mista a soddisfazione, trapelava dal volto e dalle parole della presidente diocesana Lia Salomone: “Ho in comune con tutti coloro che hanno amato e amano l’AC un senso di gratitudine profondo e un certo sentirsi in debito nei confronti di un’associazione che mi e ci ha dato tanto, che ci ha fatto crescere, che ha intessuto legami e relazioni, che ha fatto nascere amori e ha creato famiglie, che ha generato vocazioni e che ha saputo farsi compagna di viaggio nella vita di ogni giorno. La verità è che – dichiara Salomone – aver vissuto davvero l’AC, ti rende diverso. Lo fa nella vita familiare, in quella lavorativa, nell’impegno politico, nella vita sacerdotale, nel modo di vivere la comunità. E’ tutta la bellezza di una concreta passione educativa ed ecclesiale, fatta di gesti di cura e di accompagnamento delicato, paziente e sapiente. Una straordinaria dotazione di capitale spirituale, umano e sociale che si rigenera e si sparge oltre il perimetro della vita associativa, diventando fermento di vita ecclesiale, comunitaria e civile, attraverso gesti di cura e di servizio al Bene Comune”.

E’ stata espressa a piene mani la gratitudine di tutti coloro che hanno costruito e camminato con l’Azione Cattolica nel nostro territorio diocesano. Un’AC sempre più disponibile a farsi provocare dalle domande delle persone e dei territori che abitiamo, capace ancora oggi di raccogliere la sfida di tenere insieme generazioni diverse e realtà territoriali diverse, scegliendo una forma associativa che, nell’annunciare il Vangelo, fa della democraticità il fondamento e lo stile dell’Azione Cattolica Italiana.

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