Imprese, Patìmo (Camera Commercio di Spagna in Itali): “Meno burocrazia per accelerare investimenti”

Roma, 27 giu. (Adnkronos/Labitalia) – “Abbiamo nella Camera di Commercio un’adesione di circa 200 imprese e la maggior parte di esse fanno parte del settore delle infrastrutture e delle energie rinnovabili, senza dimenticare il turismo, prima industria in Spagna, e con una penetrazione importante in Italia di tutte le importanti imprese che gestiscono il turistico alberghiero. La Camera di Commercio Spagnola in Italia ha 70 anni. La Camera di Commercio è nata per poter supportare gli investimenti delle società italiane, delle società spagnole in Italia. Lo hanno fatto in un periodo difficile. Oggi abbiamo la possibilità di poterci confrontare con un mercato più snello, un mercato che privilegia gli investimenti di società in Italia, però abbiamo ancora troppa burocrazia, dobbiamo migliorare perché i capitali spagnoli sono ingenti, siamo presenti con delle importanti banche. Molte delle società della Camera di Commercio sono nella top 10 delle imprese europee. Abbiamo bisogno di meno burocrazia per poter accelerare gli investimenti”. Così Luigi Patìmo, presidente della Camera di Commercio di Spagna in Italia, in occasione della I edizione del Barometro sul contesto e sulle prospettive degli investimenti spagnoli in Italia, elaborato da Analistas Financieros Internacionales (Afi) e lanciato dalla Camera di Commercio di Spagna in Italia, dalla Camera di Commercio di Spagna e dall’Ambasciata di Spagna in Italia, avvenuta presso la Residenza dell’Ambasciatore di Spagna in Italia.

“Noi abbiamo cominciato questo nuovo corso della Camera di Comercio 12 anni fa: sono state tolte le sovvenzioni del governo spagnolo e ci siamo trovati in grosse difficoltà, ma la difficoltà è durata solo sei mesi perché ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo creato un gruppo di lavoro che desse una mano agli altri imprenditori. Negli anni è stato fatto molto, il nuovo codice ha dato un’altra direzione, Il soccorso istruttorio dà una mano alle imprese a poter correggere dei piccoli errori, dei cavilli che hanno bloccato opere per centinaia di milioni per tanti anni. Questa è una buona strada ma c’è ancora tanto da fare per il project financing. Ci sono degli articoli molto interessanti che sono stati rivisti all’interno del nuovo codice, ma non è ancora sufficiente”, ha concluso.

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