«La decisione di esternalizzare, per qualsiasi servizio, non può che maturare attraverso la ricerca della verità, basata su accertamenti e documentazi

Non si può decidere una rivoluzione copernicana senza consenso etico – sociale, sottovalutando l’impatto sulle risorse umane e precise valutazioni di carattere sociale che vanno al di là delle dinamiche economiche e finanziarie». E’ quanto scrivono in una nota, i consiglieri comunali Nicola Boccalone ed Ettore Martini, intervenendo nel dibattito sul progetto di “privatizzazione” del servizio tributi che la giunta risottoporrà al consiglio comunale lunedì prossimo, dopo il flop del 17 settembre.Per Boccalone e Martini «la coalizione di maggioranza del sindaco Pepe non si è dimostrata tale perché non ha avuto, questa volta, il coraggio di far prevalere i numeri della politica per vincere dubbi e perplessità, malcelati dalla proposta, così come articolata. Nella seduta di lunedì 17 settembre non è mancato solo il numero legale ma la convinzione di essere coalizione a ogni costo. Quella seduta ha scontato l’egemonia udeurrina che ha oramai accentrato nella sola figura del sindaco il futuro della programmazione urbanistica, economica e strategica. Il nascente Partito democratico ha, in sostanza, solo colto l’occasione di dimostrare la propria esistenza in vita. Il vero assente è stato il partito dell’Udeur, che ha preferito scomparire per evitare di mettere a nudo l’incapacità di ricoprire il ruolo – guida, per essere risolutore di ogni problema politico – amministrativo».I consiglieri comunaliNicola Boccalone ed Ettore Martini

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